Iniziazione Cristiana

Una scelta che indica la consapevolezza della novità della situazione socio-religiosa attuale e la risposta della nostra Chiesa è stata l’istituzione del Servizio del catecumenato nel 2005, con un apposito Direttorio.
Qui sperimentiamo un fatto molto importante e che non manca di sorprenderci: uomini, donne, giovani non italiani ma, anche, italiani, chiedono di diventare cristiani e di entrare a far parte della Chiesa. Questo ci fa comprendere che il Signore continua a chiamare alla fede e lo fa attraverso la testimonianza semplice e convinta dei cristiani. La testimonianza di vita e, poi, la qualità dell’accoglienza personale e della Comunità cristiana svolgono un ruolo prioritario nel condurre le persone toccate dalla grazia dello Spirito Santo alla fede.
Il Servizio del catecumenato appare ben impostato e ben guidato, con validi e generosi collaboratori. Se c’è un rammarico, è che molte Comunità cristiane e gruppi, mi sembrano tiepidi nella testimonianza e nell’accoglienza, ripiegati su se stessi invece che aperti e propositivi.
Mentre il Servizio del catecumenato svolgeva il suo compito, prendevano avvio alcune esperienze di Iniziazione cristiana dei ragazzi, a seguito della Nota della CET del 2002 e sulla base della Nota pastorale della CEI del 1999. Esperienze fatte, in particolare, da una parrocchia (Polverara) e da un Vicariato (Bassanello). Queste esperienze sono state seguite e monitorate dall’Ufficio catechistico e da quello per la Liturgia. Esse sono preziose perché hanno permesso di mostrare come attuare gli Orientamenti scritti e quale impatto il nuovo itinerario di Iniziazione cristiana ha sui ragazzi e sulle famiglie. I risultati appaiono confortanti e inducono alla fiducia.
Sgombriamo, tuttavia, l’animo da un’aspettativa che sarebbe ingenua: non è da pensare che, con il nuovo impianto, tutti accederanno ad una fede matura e costante e che vedremo tutti i ragazzi alla Santa Messa. Questo dipende da altri fattori sia attinenti alla vita delle famiglie e della parrocchia, sia di ordine personale, attinente alla libertà, sia di ordine socio-culturale.
È permesso, tuttavia, ragionevolmente pensare e sperare che il rinnovamento dell’Iniziazione cristiana, se attuato con saggezza e coraggio, porti buoni frutti, tra i quali una spinta di rinnovamento delle nostre Comunità, dei presbiteri e di tutti gli operatori pastorali.
Dopo aver considerato l’esigenza di una nuova evangelizzazione e gli Orientamenti autorevoli che propongono, a tale fine, un ripensamento dell’itinerario di Iniziazione cristiana, volgiamo lo sguardo al cammino pastorale diocesano e alle sue scelte programmatiche.
Con gli Orientamenti pastorali 2010-2011: “La comunità grembo che genera alla fede”, si è aperto, nella nostra Diocesi, il cammino di riscoperta e di avvio di un nuovo impianto di Iniziazione cristiana. È necessario che sia ben assodato e non perdiamo di vista un dato fondamentale: è la Comunità cristiana che inizia alla fede e al discepolato di Cristo. Questo significa essenzialmente due cose:
1. la comunità cristiana deve tendere, in tutti i suoi membri, a crescere in qualità di fede, di testimonianza di vita, di accoglienza;
2. i vari ‘iniziatori’ – presbiteri, catechisti, operatori pastorali della Caritas, etc, – devono essere consapevoli che agiscono non a titolo ‘privato’ ma a nome e per mandato della Comunità. In questo senso occorre, dunque, che l’Iniziazione cristiana non sia vista come il ‘pallino’ di qualcuno o di una élite, ma come scelta della Diocesi e della parrocchia. Ricordiamo che già il Concilio Vaticano II, nella Ad Gentes, affermava che «l’Iniziazione cristiana è compito di tutta la comunità cristiana» (nn. 13-14).
Con gli Orientamenti pastorali di quest’anno 2011-2012: «Affezionati a voi avremmo voluto trasmettervi non solo il Vangelo di Dio ma la nostra stessa vita», siamo invitati a comprendere e assimilare gli elementi portanti dell’Iniziazione cristiana e a scegliere insieme come attuarla nella nostra Diocesi, cominciando dai ragazzi.
Siamo consapevoli che ci troviamo di fronte ad un compito di straordinaria importanza che rappresenta non una rottura con la tradizione millenaria, ma una innovazione a partire da una meditata riflessione teologica e da una scelta pastorale necessaria per attuare la missione della Chiesa nel nostro tempo.
Abbiamo rilevato come l’impostazione attuale si riveli carente nell’attuale contesto socio-culturale e la riflessione della Chiesa italiana, ma anche universale, si orienti verso una rivisitazione del suo impianto. Sul piano della riflessione teologica emergono alcune linee importanti:
l’Iniziazione cristiana è bene che si realizzi non tanto conducendo ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana, ma “attraverso i sacramenti dell’Iniziazione cristiana” e, recuperando l’unitarietà dei tre sacramenti (Battesimo, Cresima, Eucaristia) che sgorgano dal mistero pasquale di Cristo, ponendo l’Eucaristia al vertice del cammino di Iniziazione cristiana.
Questa opzione intende superare l’impostazione illuministica-razionale incentrata prevalentemente sullo sviluppo nozionale e volontaristico del soggetto, dando, invece, il primato alla grazia e al dono dell’amore di Dio e alla relazione comunitaria, senza escludere l’impegno umano e attuando, quindi, una più adeguata sinergia di incontro tra grazia e persona in tutte le sue dimensioni, in particolare quella della relazione familiare e comunitaria. In questa ottica, occorre annettere grande importanza alla mistagogia, vale a dire allo sviluppo della vita nuova in Cristo, con i tratti fondamentali della figura del discepolo di Cristo, educando alla testimonianza e all’impegno negli ambiti della vita ecclesiale e sociale.
Dopo mature riflessioni, è stata elaborata una proposta programmatica di itinerari di Iniziazione cristiana che viene sottoposta, oggi, al vostro discernimento. La proposta si ispira agli orientamenti delle Note pastorali della CEI, in particolare di quella sull’Iniziazione cristiana dei ragazzi. È da tenere presente un dato sociologico rilevante: sono in numero crescente i bambini non battezzati, e le richieste di battesimo per ragazzi tra i 7 e i 14 anni. Per questi si richiede precisamente un itinerario catecumenale.
La proposta, inoltre, tiene conto di scelte programmatiche già fatte da un certo numero di Diocesi importanti, quali: Milano, Torino, Brescia, Cremona, Venezia, Verona, Vicenza, Trento.
A ben considerare – come ho rilevato -, siamo di fronte ad un cambiamento che non sarebbe esagerato qualificare di epocale. Per questo occorre affrontarlo con una comprensione chiara e profonda della sua impostazione e con motivazioni convinte. È bene, quindi, che ci sia una riflessione personale e comunitaria seria e ponderata, che faccia emergere anche obiezioni e difficoltà; ma, soprattutto, proposte e suggerimenti positivi.
Sono convinto che questo programma di Iniziazione cristiana, per ben riuscire, deve suscitare una ‘mobilitazione’ di tutta la Diocesi nelle sue varie componenti. E sono, altrettanto, convinto che una tale mobilitazione, animata e sostenuta dalla grazia e dal fervore dello Spirito Santo, potrà produrre frutti abbondanti.
In questa prospettiva, è mia intenzione attivare le risorse e gli strumenti necessari e adeguati per sostenere il proposto impianto di Iniziazione cristiana.